“Bianco e Nero” vol. 604 (2022)

Liliana racconta Cavani

BIANCO E NERO

Vol. 604 (2022)

Liliana racconta Cavani

Rivista quadrimestrale del Centro Sperimentale di Cinematografia

Direttore: Alberto Crespi

Numero a cura di Enrico Magrelli

Isbn 979 12800 23 438

Pag. 184; ill.

Euro 22,00

Per info, ordini e abbonamenti: ordini@edizionisabinae.com

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Parla la più importante regista del cinema italiano.
Il «Bianco e Nero» 604 in uscita a il 15 dicembre 2022 è in gran parte costruito sulle parole di Liliana Cavani, che si racconta come artista, come intellettuale e come donna in una lunga intervista concessa a Enrico Magrelli, curatore del numero. Le parole sono, talvolta, importanti. Quelle di chi fa cinema sono preziose o illuminanti. Soprattutto quando, retrospettivamente, ricostruiscono percorsi, traiettorie creative, occasioni improvvise, scelte meditate o estemporanee, suggestioni e necessità narrative. Questa intervista è l’arco portante di questo nuovo viaggio alla scoperta e alla riscoperta della filmografia di una cineasta speciale, che è stata, nell’ordine: diplomata in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia in un’epoca in cui le donne dietro la macchina da presa erano pochissime, pioniera in Rai di una tv culturale e di qualità, documentarista di vaglia, studiosa della scienza e della spiritualità (da Galileo a San Francesco, passando per Milarepa), regista di capolavori controversi come I cannibali, Il portiere di notte e La pelle, di nuovo autrice televisiva di opere dedicate a grandi personaggi quali Albert Einstein e Alcide De Gasperi. Non stupisce che il suo nuovo film abbia nel titolo L’ordine del tempo, ispirato all’omonimo libro di Carlo Rovelli, una delle costanti di tutto il suo lavoro. Il tempo della Storia è il metronomo delle vicende dei suoi personaggi. Il tempo scandisce le riflessioni degli scienziati. Il tempo è la misura impalpabile e inesorabile di chi va contro le regole e l’ordinamento delle epoche nelle quali è nato. Il tempo accompagna il ritorno dei ricordi, spesso tragici e intollerabili. Il tempo incorpora quelle “rivoluzioni culturali” da sempre così care alla regista.

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